BONUS BICI: Quello che non avete ancora letto sul buono mobilità

SPOILER: con questo breve contributo non è nostra intenzione darvi consigli su quale modello di bici acquistare, quanto piuttosto stimolare una riflessione (speriamo utile) su alcune criticità del nuovo buono mobilità.

Di cosa stiamo parlando?

Non serve dilungarsi nella spiegazione di cosa è il buono mobilità, visto che su internet campeggiano ovunque articoli dai titoli clickbait che promettono di essere esaustivi in merito, ma… la verità?

Oltre alle informazioni presenti sul sito del Ministero dell’Ambiente, nessuno ne sa ancora molto.

Infatti, nel decreto rilancio (art.229) è previsto un incentivo per l’acquisto di bici muscolari (le biciclette tradizionali), bici elettriche e altri mezzi di locomozione alternativi, quali monopattini e hoverboard, incentivo valido sia per mezzi nuovi che per mezzi usati. Lo scopo è quello di ridurre gli assembramenti sui mezzi pubblici, soprattutto nelle grandi città, abbinato ovviamente anche a vantaggi in termini di ecosostenibilità.

Di quanto stiamo parlando?

Il rimborso/sconto di cui si potrà beneficiare è pari al 60% del costo del bene (bici, monopattini ecc.) con un tetto massimo di 500 €. Questo significa che il rimborso/sconto sarà sempre pari a 500 € laddove il mezzo costi più di 833 € circa, mentre, nel caso in cui il costo della bici dovesse essere inferiore a tale cifra, il buono sarà a sua volta inferiore in proporzione al prezzo.

Es.1 prezzo della bici = 2500 € —> buono = 500 €

Es.2 prezzo della bici = 900 € —> buono = 500 €

Es.3 prezzo della bici = 600 € —> buono = 360 € (ovvero il 60% di 600)

Chi può beneficiarne?

Il buono è rivolto ai residenti maggiorenni dei comuni con più di 50.000 abitanti: abitate in comune con un numero di abitanti inferiore a questa soglia?

Nessun problema se abitate in un comune parte di una città metropolitana o in un comune capoluogo di regione o di provincia, altrimenti… niente da fare, rassegnatevi, non vi spetta.

Effettivamente, questa misura non tiene conto di tutte quelle persone che vivono nei piccoli comuni limitrofi a una città e che per recarsi al lavoro riempiono quotidianamente i trasporti pubblici per coprire una distanza tranquillamente percorribile anche con uno dei mezzi oggetto del buono.

Aleggia nell’aere che ci saranno proposte in merito all’estensione dell’efficacia a comuni con un numero di abitanti inferiore a quello stabilito, ma, chissà: si vedrà.

Quante persone potranno beneficiarne?

Il calcolo è impossibile: il fondo dedicato al buono mobilità da parte del governo è di 120.000.000 di euro ma, non essendo il buono a taglio fisso, il numero di soggetti che potranno usufruirne è variabile.

Consideriamo solo l’ipotesi più prudenziale (e forse più realistica): tutti sfruttano il bonus al massimo. Il numero di buoni erogabili sarà pari a:

120.000.000 (fondo) :500 (buono massimo) = 240.000 (beneficiari)

Il dato non lascia ben sperare se si pensa al vero e propio assalto che molti negozi di biciclette hanno subito nei giorni scorsi unito al fatto che i soli abitanti di Milano sono circa 1 milione e mezzo e quelli di Roma quasi 3 milioni.

Come funziona il buono?

Sul punto ci viene in aiuto il sito del Ministero dell’Ambiente.

Sono previste due fasi:

Fase 1 – Per gli acquisti effettuati dal 4 maggio (si, il bonus è retroattivo) al giorno di pubblicazione dell’applicazione web “in corso di predisposizione” da parte del Ministero dell’Ambiente, l’acquirente, dopo l’acquisto, dovrà accedere tramite SPID alla piattaforma e caricare la fattura  comprovante l’acquisto effettuato (il sito parla chiaro: non sono ammessi gli scontrini). Sulle modalità di rimborso del quantum dovuto, si attendono ulteriori chiarimenti.

Fase 2 – Per gli acquisti effettuati dal giorno in cui sarà disponibile la suddetta applicazione, il cittadino, prima di effettuare l’acquisto, sarà tenuto a scaricare un buono elettronico indicando il mezzo che desidera acquistare. All’acquirente spetterà versare la differenza sul costo totale, mentre il negoziante aderente sarà rimborsato per un importo pari al valore del buono.

Criticità.

Come abbiamo visto, nella speranza che il decreto interministeriale attuativo del Programma buono mobilità possa portare maggiore chiarezza, il meccanismo del “bonus bici”, iniziativa dallo spirito sicuramente lodevole, sembra presentare diverse criticità.

In prima battuta si pensi al numero massimo di buoni che potranno essere erogati: realisticamente troppo pochi per poter pensare che non andranno esauriti in pochi giorni, se non addirittura in poche ore dalla fantomatica (e non ancora specificata) data di attivazione dell’applicativo web.

Rimangono ulteriori perplessità in merito all’erogazione dei buoni previsti per la fase due nelle more della validazione dei documenti necessari ad ottenere il rimborso per gli acquisti effettuati durante la fase uno.

Inoltre la specificazione del Ministero in merito al documento giustificativo di spesa è arrivata a decreto già pubblicato, e introduce in una misura piuttosto farraginosa tutte le criticità legate alla fatturazione elettronica: dovrà essere premura del consumatore farsi rilasciare dall’esercente una copia della fattura che dovrebbe poter essere recuperata in uno spazio dedicato del sito dell’Agenzia delle Entrate.

NB. Ove fosse possibile, in via prudenziale, sarebbe meglio farsi inviare dal venditore una copia in formato pdf della fattura.

Conclusione.

Stando così le cose, forse sarebbe opportuno procedere all’acquisto di uno dei mezzi oggetto del programma solo se si è disposti a correre il rischio di pagarlo a prezzo pieno, cioè senza bonus, in quanto al momento sembra purtroppo difficile fare eccessivo affidamento sulla possibilità di rientrare nel numero di beneficiari che riusciranno a usufruirne.

Riferimenti:

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